Formazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

FORMAZIONE

il FIGLIO dell'UOMO

ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA

E-mail: studiotecnicodalessandro@virgilio.it

Siti Internet: http://www.cristo-re.eu ; http://www.maria-tv.eu ;

http://www.vangeli.net ; http://www.mondoitalia.net ;

http://www.web-italia.eu ; http://www.engineering-online.eu;

2009 dal 5 al 12 Aprile

8a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

Aderite all"

ORDINE LAICO dei " CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

dai GIORNALI di OGGI

CROLLO DEL DOLLARO

1,4437 Rispetto ad Euro

PETROLIO SOTTO 40$

2008-12-17

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

                                         

 

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

 

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito

http://www.corriere.it

2008-12-17

Dollaro giù dopo la Fed: il calo più forte sull'euro dal 1999

17 dicembre 2008

Continua il forte rally dell'euro, che beneficia delle vendite sul dollaro, ancora più sostenute all'indomani della decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi sui fed funds al minimo storico, ovvero a un livello compreso tra lo 0 e lo 0,25%. La moneta unica arriva a balzare oltre la soglia degli 1,44 dollari, attestandosi a 1,4437, in rialzo rispetto agli 1,4053 dell'ultima rilevazione di ieri. Il calo del biglietto verde è di ben il 3%: si tratta della flessione più sostenuta rispetto all'introduzione dell'euro nel 1999. La performance del dollaro è negativa anche nei confronti dello yen, contro cui si attesta al minimo in 13 anni, ovvero dal luglio del 1995. Un dollaro vale 87,14 yen, contro gli 88,995 yen dell'ultima rilevazione.

In chiusura l'euro è stato indicato anche a 125,75 yen (124,45 nella vigilia e 124,35 all'odierna rilevazione della Bce), a 1,5563 franchi svizzeri (rispettivamente 1,5740 e 1,5640) e a 0,9282 sterline (0,9006 e 0,9185). Nel durante la divisa unica europea ha anche aggiornato a 0,9294 il nuovo massimo assoluto rispetto alla divisa di Sua Maestà. Il dollaro ha concluso anche a 1,0869 franchi (1,1399), a 1,5431 per una sterlina (1,5313) e a 87,85 yen (89,99). Nel durante il biglietto verde è scivolato fino al nuovo minimo degli ultimi 13 anni contro la divisa giapponese (87,09) e degli ultimi quattro mesi su quella elvetica (1,0748). L'attività è stata piuttosto volatile, in funzione ai fattori tecnici che, come al solito, stanno caratterizzando la parte finale dell'anno e a una leggera maggiore propensione al rischio da parte degli investitori. L'attenzione si è concentrata soprattutto sulla sterlina, messa alle strette a seguito dei brutti dati macro pubblicati Oltremanica (balzo dell'inflazione in novembre) e delle crescenti attese di nuovi corposi tagli ai tassi di interesse attesi da parte della BoE per l'inizio del prossimo anno.

 

Oro. Quotazioni in forte rialzo per l'oro, salito del 3% a 868,10 dollari l'oncia a causa della debolezza del biglietto verde. In precedenza l'oro ha toccato gli 871,30 dollari secondo la Bloomberg, segnando un massimo dallo scorso 13 ottobre.

 

 

 

 

 

Mercato dei cambi in forte movimento. La crisi fa paura

17 dicembre 2008

 

 

 

Mercato dei cambi in chiaro movimento dopo la decisione della Federal Reserve Usa di ridurre a zero i tassi di interesse.

L'euro ha schiacciato sui minimi delle 10 settimane il dollaro. Certamente pesa l'aumento del differenziale dei tassi di interesse con l'Eurozona - il Refi della Bce è al 2,50% - e questo favorisce gli investimenti in asset denominati in euro. Pesa il continuo aumento dell'offerta di dollari, sia da parte della Fed e sia del Tesoro Usa, per sostenere i salvataggi dei molteplici settori in crisi dell'economia americana.

Sui mercati ci si chiede se la mossa di ieri di Ben Bernanke, presidente della Fed, non preluda a radicali cambiamenti nel sistema internazionale dei pagamenti.

"Probabile che ci si avvii alla conclusione dell'epoca del dollar-standard, come accadde dopo la crisi del 1929 con la sterlina. Perché questa volta, al contrario di 80 anni fa, gli Usa si trovano nella stessa situazione in cui allora versava il Regno Unito. Cioè forte passivo nelle partite correnti e debito elevato e paese chiave della domanda mondiale. Nel 1929, al contrario, gli Usa erano la componente fondamentale dell'offerta mondiale con partite correnti in surplus e poco debito. Oggi questo ruolo è occupato da Cina, Giappone e Germania, che infatti non hanno adottato politiche così aggressive contro la recessione. E, per cercare un riequilibrio, il dollaro, come accadde alla sterlina negli anni 30, appare destinato a ridimensionare il proprio ruolo", spiega Roberto Isidoro, responsabile area finanza della Carichieti.

Per Isidoro il dollaro è destinato a rimanere debole, forse nell'area 1,45-1,50 almeno fino all'insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca.

"Al momento difficile pensare a un rafforzamento stabile e duraturo del dollaro sotto quota 1,40", conclude Isidoro. In apnea anche la sterlina scesa fino a quota 0,9286, nuovo minimo storico sull'euro. Anche il pound soffre l'aumento dell'offerta di moneta e del debito pubblico messi entrambi al servizio dei piani di salvataggio dell'economia britannica.

 

 

 

 

 

 

Petrolio: taglio record dell'Opec, ma il prezzo del barile crolla

17 dicembre 2008

ANALISI

Un anticipo di deflazione

di Davide Tabarelli

L'Opec, il cartello dei produttori di petrolio, ha deciso un taglio record sull'offerta di oro nero: 2,2 milioni di barili al giorno in meno. La riduzione arriva pochi mesi dopo il taglio di settembre (520mila barili) e quello di ottobre da 1,5 milioni di barili. Con il taglio odierno, dunque, l'Opec ha ridotto la produzione di 4,2 milioni di barili dallo scorso settembre. La decisione è stata presa con un vertice straordinario a Orano, in Algeria, e in precedenza vari esponenti dell'Opec avevano anticipato l'orientamento a varare un taglio di questa portata. Quella odierna è la stretta più consistente all'offerta almeno dal 2003.

Crolla il barile: effetto confusione. Il prezzo del petrolio, nonostante il taglio miri a interromperne il calo, crolla ulteriormente. Pesa la confusione generata attorno all'entità della riduzione della produzione: si è parlato di 4,2 milioni in un primo momento, ma in realtà, come spiegato sopra, sono 2,2 milioni considerando il taglio già effettuato a ottobre. Il calo si spiega anche con ragioni di ordine tecnico legate agli appuntamenti di fine anno. Il Wti con consegna a gennaio intorno alle 18.00 scambia a 40,77 dollari al barile in calo del 6,49% dopo aver toccato un minimo a 402 dollari sui minimi da 4 anni. Il Brent con consegna a febbraio perde l'1,63% a 45,89 dollari.

Obiettivo: fermare il crollo del barile. La decisione dell'Opec, nonostante l'effetto immediato sul mercato dica il contrario, è frenare la discesa dei prezzi del greggio. Va detto che permangono dei dubbi sulla capacità dell'organizzazione di contrastare un fenomeno fondamentalmente legato al crollo della domanda e alla recessione in atto nei Paesi avanzati. L'ultimo bollettino dell'organizzazione parla di un incremento della flessione della domanda di greggio per il 2009 che dovrebbe raggiungere quota 85,7 milioni (-0,2%), rispetto a una domanda del 2008 in flessione dello 0,1% (85,8 milioni di barili).

 

 

 

 

Un anticipo di deflazione

di Davide Tabarelli

18 Dicembre 2008

L'eccezionalità del momento per il mercato petrolifero è confermata dalla decisione Opec di tagliare il tetto produttivo di 2,2 milioni di barili giorno, la riduzione più forte mai apportata da quando, nel lontano 1982, venne introdotto il sistema delle quote.

La decisione viene peraltro dopo soli due mesi dal taglio precedente di 1,5 milioni di barili al giorno. Con prezzi che sono crollati da 150 agli attuali 40 dollari, il cartello mostra ancora una volta la propria incapacità nel manovrare il mercato che, mai come in questi ultimi mesi, dipende da fattori al di fuori del suo controllo e distanti dai fondamentali.

Come sono lontani gli anni 70, quando i vertici dell'Opec sancivano i prezzi ufficiali del barile, allora sempre in crescita, che poi sarebbero durati per mesi o anni. Allora la produzione Opec, in termini assoluti non distante dagli attuali 31 milioni di barili al giorno, contava per oltre il 50% del totale, quota oggi scesa al 37 per cento. Allora non esistevano Borse merci con contratti a termine (futures) dove, come accade oggi, si fissano i prezzi nell'arco dei minuti e dove si è scaricata tutta l'instabilità finanziaria americana.

Un anno fa, quando i prezzi viaggiavano oltre i 100 dollari, più che le decisioni, molto lente, dell'Opec di aumentare la produzione, contava l'enorme quantità di liquidità disponibile agli investitori americani, che poi ha inondato le Borse merci, in particolare quella del petrolio. I bassi interessi della Fed generavano indebitamento da destinare a investimenti finanziari, con operazioni sui contratti di acquisto di greggio il cui valore doveva crescere per compensare le forti perdite legate al mercato immobiliare. Negli ultimi mesi, la necessità di vendere per ridurre il debito delle banche è la causa principale del crollo, assieme a una pericolosa sfiducia generalizzata sui consumi futuri. Sui fondamentali, la domanda globale di quest'anno per la prima volta dal 1983 si ridurrà, ma solo di 0,2 milioni di barili al giorno, un calo dello 0,23% che difficilmente può spiegare un crollo dei prezzi del 73 per cento.

Come al solito quelle che contano sono le dinamiche del mercato americano, dove si concentra quasi un quarto della domanda mondiale e dove, soprattutto, si trova la Borsa a termine da cui dipendono tutti i prezzi del mondo, ovvero il Nymex. Le scorte sono in aumento e i consumi stanno crollando, anticipando una recessione che sarà molto pesante. Il calo della domanda americana è dell'ordine di 1,2 milioni di barili al giorno (-6% rispetto a un anno fa), con la benzina, il prodotto di gran lunga più importante, che fa segnare un calo nell'ordine del 3%, variazione anche questa che non si verificava dal lontano 1982.

Preoccupa il fatto che mentre allora il calo era giustificato dagli alti prezzi, negli ultimi mesi, invece, i consumi continuano a scendere nonostante il crollo dei prezzi alla pompa, scesi da picchi di 0,9 euro per litro della scorsa estate agli attuali 0,35 euro per litro. La domanda di carburanti è ormai completamente rigida rispetto ai prezzi; lo era un anno fa, quando i prezzi avrebbero dovuto causare una frenata dei consumi, che poi c'è stata; lo è ora, con prezzi talmente bassi che giustificherebbero una ripresa dei consumi.

Lo stesso si nota anche in Europa e in Italia. Dove, con prezzi scesi del 30% rispetto ai picchi della scorsa estate a meno di 1,1 euro per litro, la domanda di carburanti continua ad arretrare. In sostanza, per il petrolio siamo già in deflazione, con prezzi che crollano e con consumi che scendono. In passato i consumi di benzina, di cui si dispone di dati quasi istantanei, hanno anticipato spesso dinamiche generalizzate dell'economia e gli ultimi dati confermerebbero una pericolosa spirale deflazionistica accoppiata a recessione che si riteneva ormai relegata solo ai libri di storia economica.

Per l'Italia, il Paese che più dipende da importazioni di petrolio e derivati, vi saranno ovviamente effetti positivi, a cominciare dal deficit energetico che, dal record storico dei 56 miliardi di euro di quest'anno, scenderà di almeno 20 miliardi di euro, se, come probabile, i prezzi si manterranno sugli attuali valori di 40 dollari al barile. Speriamo che i consumatori italiani si accorgano di questo regalo.

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito

http://www.repubblica.it/

2008-12-17

 

 

 

 

 

 

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito

http://www.unita.it

2008-12-17

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

per l'articolo completo vai al sito

http://www.ilsole24ore.com

2008-12-17

 

 

 

 

 

 

 

 

per l'articolo completo vai al sito

2008-10-31

http://www.avvenire.it

http://www.lastampa.it/redazione/default.asp

http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

 

 

per l'articolo completo vai al sito

2008-10-31

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_homepage_03.php?IDCategoria=1

http://www.ilgiornale.it/

http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

 

 

 

 

 

 

per l'articolo completo vai al sito

http://www.unita.it

2008-10-31

http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

http://www.gazzetta.it/

http://www.corrieredellosport.it/

http://www.wallstreetitalia.com/

per l'articolo completo vai al sito

2008-10-31

http://www.panorama.it/

http://espresso.repubblica.it/

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

 

per l'articolo completo vai al sito

2008-10-31

 

per l'articolo completo vai al sito

2008-10-31

 

 

 

 

 

 

 

 

per l'articolo completo vai al sito

2008-10-31

 

per l'articolo completo vai al sito

2008-10-31

 

Vai alla HOME PAGE

Edito in Proprio e Responsabile STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO

Responsabile Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Riferimaneti Leggi e Normative : Michele Dalessandro - Organizzazione, impaginazione grafica: Francesca Dalessandro